La storia
La storia della scuola
L’istituto comprensivo “Gesualdo Nosengo” di scuola dell’infanzia, primaria e secondaria di I grado di Petrosino, nasce nel 1998, con la Legge n. 59/1997 sull’autonomia scolastica, quando la scuola media “G. Nosengo” di Petrosino, istituita nel 1963, accorpa le classi della scuola materna ed elementare del V Circolo didattico di Marsala, ubicate nel territorio del comune di Petrosino. L’intitolazione dell’istituto a “Gesualdo Nosengo” ricorda un grande umanista e laico impegnato, che consacrò la sua vita per la scuola italiana. Egli promosse la fondazione il 18 giugno 1944 dell’UCIIM, Unione cattolica italiana di insegnanti, dirigenti, educatori e formatori del sistema educativo di istruzione e di formazione, con la convinzione che scuola e democrazia costituiscono il cardine dello sviluppo del Paese. Ha saputo offrire una vera testimonianza cristiana mediante l’insegnamento, la formazione del laicato cattolico, in particolare attraverso il servizio di rinnovamento della scuola e la preparazione degli insegnanti: un impegno svolto sempre con dedizione, disinteresse, carità e verità. Biografia di Gesualdo Nosengo Tratto da Dizionario Biografico degli Italiani Treccani Nacque a San Damiano d’Asti il 20 luglio 1906 da Serafino e dalla sua prima cugina Clara Nosengo. Frequentò il ginnasio nell’istituto di Valsalice a Torino, fondato da don Bosco; per un breve periodo, rientrato in famiglia, aiutò il padre nella conduzione della sua fornace; conseguì nello stesso istituto salesiano il diploma della Scuola normale maschile nel 1923. Dopo due anni di Scuola allievi ufficiali, dal 1926 al 1928, fu congedato come sottotenente di complemento. Tappa fondamentale della sua vita fu l’ingresso nel 1928 nella Compagnia di s. Paolo, sodalizio di laici cattolici consacrati a Dio e di sacerdoti, fondato da don Giovanni Rossi nel 1921. Nel 1935 conseguì all’Università Cattolica di Milano la laurea in pedagogia con Mario Casotti, di cui fu assistente volontario fino al 1938. Valorizzò l’apporto della neoscolastica e del personalismo cristiano nei suoi studi sull’attivismo pedagogico; lui stesso catechista, cercò di stabilire uno stretto rapporto fra pedagogia e istruzione religiosa (L’attivismo nell’insegnamento religioso della scuola media, Milano 1937). Fondò nel 1934 la Compagnia di Gesù Maestro con don Carlo Gnocchi e Silvio Riva, e più tardi, fra il 1938 e il 1939, un Segretariato informativo di pedagogia attiva religiosa (SIPAR), con la rivista L’informatore. Negli stessi anni lanciò l’idea di fondare il Centro educazione missionaria dei Saveriani (CEM), divenuto nel 1967 Centro di educazione alla mondialità. Ottenuto un permesso speciale in quanto non sacerdote, iniziò anche a insegnare religione nell’istituto magistrale Virgilio di Milano nel 1935, esperienza di cui è frutto il volume Pino, Rigo, Zorro, Lello, Vito, Mimi: così come siamo, Diario di sei ragazzi ordinato e presentato da Gesualdo Nosengo (Milano 1939). Con un interessante esperimento educativo, coinvolse gli allievi nella cosiddetta ‘banda del Grappolo’, che per il nome e i simboli usati insospettì le autorità fasciste. Diffidato dalla questura, lasciò Milano e la prospettiva di una carriera universitaria. Dal dicembre 1940 proseguì l’insegnamento della religione nel liceo scientifico Cavour di Roma. Lì ebbe un altro scontro con il partito fascista e dovette rifugiarsi per qualche giorno in Vaticano e subire la sospensione dall’insegnamento. Insieme a Giorgio La Pira, Aldo Moro, Giulio Andreotti, Ezio Vanoni e altri rappresentanti dell’intellighenzia cattolica, dal 18 al 24 luglio 1943 partecipò all’ideazione di un ampio documento, noto come Codice di Camaldoli, che precisava i contenuti dell’impegno dei cattolici nella vita sociale dell’Italia in vista della fine della dittatura fascista. A lui fu affidata la stesura delle linee-guida nel campo educativo. Nel 1944 venne nominato commissario centrale dell’Associazione scout cattolici italiani (ASCI), carica che ricoprì fino al 1948. In seguito mantenne sempre i contatti con lo scoutismo a livello nazionale, sottolineando l’importanza del metodo scout nella didattica e nell’insegnamento. Fu inoltre ideatore, fondatore e presidente dell’Unione cattolica italiana insegnanti medi (UCIIM): l’associazione, che iniziò a configurarsi all’interno del Movimento laureati di Azione cattolica, nacque nel giugno 1944 e, sostenuta da Pio XII e da monsignor Montini, si proponeva di diffondere lo spirito cristiano nell’insegnamento, nel rispetto delle ‘realtà terrene’. Da cattolico, ebbe sempre un atteggiamento aperto nei confronti della scuola statale, che considerava la scuola della maggioranza degli italiani e il luogo migliore per lo sviluppo della democrazia. Per gli insegnanti della nuova Italia scrisse nel 1948 La persona umana e l’educazione, ampliato in successive edizioni e ripubblicato a cura di Luciano Corradini (Brescia 2006). Nel 1950 promosse insieme a un gruppo di docenti di area laica il Movimento circoli della didattica (MCD) per la sperimentazione di nuove metodologie di insegnamento. Si battè per l’introduzione dell’educazione civica nei programmi scolastici, insistendo sul valore della Costituzione italiana (1958) e per l’istituzione della scuola media unica (1962). Dal 1945 in poi tenne corsi per i sacerdoti all’ateneo di Propaganda Fide di Roma (dal 1962 Pontificia università urbaniana) sulla «pedagogia di Gesù Maestro» (si vedano i suoi libri La pedagogia di Gesù. Saggi di commenti pedagogici al Vangelo, Roma 1947, e L’arte educativa di Gesù Maestro. Saggi di commenti pedagogici alla condotta educativa di Gesù, ibid.1967; ristampa ridotta con il titolo L’arte educativa di Gesù, a cura di O. Dal Lago, Torino 2006). Secondo Nosengo il maestro deve seguire l’esempio di Gesù, comportandosi come il ‘buon pastore’, che conosce i suoi allievi a uno a uno, si rivolge a loro con un atteggiamento di umiltà e sollecitudine; più che fare affermazioni, deve porre domande, risvegliando l’interesse e l’attenzione di chi ascolta. Nel 1954, fu ideatore e, con Aldo Agazzi e Luigi Stefanini, fondatore del centro di studi pedagogici fra docenti universitari cristiani Scholé, sostenuto dalla casa editrice La Scuola di Brescia. Con gli stessi e con Mario Reguzzoni, fondò l’Organizzazione per la preparazione professionale degli insegnanti (OPPI) di Milano, il cui primo corso si tenne nel 1965, nella convinzione che gli insegnanti debbano «essere prefigurati, preparati, formati, selezionati, ben trattati, aggiornati e accompagnati da coloro cui rispettivamente tocca ciascuno di questi compiti» (Una scuola nuova per una società nuova, Roma 1964, p. 85). Morì a Roma il 13 maggio 1968.